Hugh Person, giovane redattore di una casa editrice americana, torna in Svizzera spinto da qualcosa che ha a che vedere con le apparizioni degli spettri, quello della moglie in particolare, da lui uccisa otto anni prima. Il caso muterà in castigo la catena delle coincidenze inseguite dall'involontario uxoricida nel suo viaggio a ritroso nel tempo. E la pietà del narratore assumerà Person, con il suo corpo goffo, la sua anima straziata dagli incubi più atroci, nell'altissimo cielo della trasparenza: una misteriosa dimensione dove a esseri e cose è dato spostarsi agevolmente nello spazio e nel tempo. Non attraverso la psicologia, attraverso piuttosto il prodigio di un linguaggio nel quale si comprenetrano nomi, sogni, fuochi, echi, ricordi.
Dopo aver letto "l'occhio", indubbio capolavoro, era notevole l'aspettativa che si era creata in me per la lettura di questo breve romanzo,ma, purtroppo, "cose trasparenti" si è rivelato un deciso flop.
Nulla da dire sullo stile di Nabokov, sempre preciso, perfetto, pungente, mai inutilmente ridondande, ma questa volta è la sceneggiatura che non funziona. Tutta la storia risulta troppo scarna, priva di fondamenta, pronta a crollare da un momento all'altro per un soffio di vento improvviso. Ho persin pensato che la vicenda non fosse altro che un pretesto per dar sfoggio all'autore delle sue qualità introspettive su semplici elementi che avrebbero dovuto avere un ruolo secondario, ma anche questa ipotesi va scartata perchè la direzione del romanzo (soprattutto nella seconda parte) non va in quella direzione.
In definitiva non c'è filosofia e non c'è una narrazione convincente. Questo libro è un di più. Non essenziale. FABIO BALLABIO
Anonimo - 24/11/2008 15:36