Questo libro non è propriamente una raccolta di poesie, ma piuttosto un racconto, con un capo e una coda. Quelli che sembrano versi, in realtà, sono soltanto un "andare a capo più spesso", rispetto alle righe giustificate della prosa comune, per consentire alla narrazione di stringere il racconto nei suoi passaggi essenziali: sintetici resoconti di quanto emerso in stato meditativo nella esplorazione di quel particolare paesaggio che affiora quando chiudiamo gli occhi sul mondo esteriore e li apriamo sul nostro mondo interiore, sull'universo del nostro spirito. Tale paesaggio viene raramente esplorato con finalità narrative. E piuttosto terreno per indagini psicologiche, o per critici d'arte impegnati a decifrare simboli. Ma può essere un esercizio stimolante anche per un lettore curioso di seguire la breve storia di un tale che credeva di essere un albero e invece scopre di essere un'intera collina.