Fin dai tempi più antichi la cromofobia - paura della corruzione e contaminazione attraverso il colore - è insita nella cultura occidentale. Questo emerge dai più svariati tentativi di eliminare il colore da arte, letteratura e architettura, sia rendendolo caratteristico di alcuni corpi "estranei" - l'orientale, il femminile, l'infantile, il volgare o il patologico - sia relegandolo alla sfera del superficiale, l'inessenziale, il cosmetico, il che in molti casi è lo stesso. In questo testo David Batchelor analizza la storia e i motivi della cromofobia, dai suoi inizi, attraverso gli esempi letterari del XIX secolo, all'architettura e la filmografia del XX secolo, la Pop art, il minimalismo, l'arte e l'architettura dei nostri giorni. L:autore insinua come il colore si relazioni, o meno, all'immaginario culturale dell'Occidente, esplorando i più diversi temi, dalla "grande balena bianca" di Melville al "viaggio verso est" di Le Corbusier, agli esperimenti con la mescalina di Huxley, ai viaggi di Dorothy nel Regno di Oz; il tutto 'in connessione agli esperimenti di artisti contemporanei con i materiali e le vernici industriali.