Le donne straniere sono spesso vittime di stereotipi che portano ad etichettarle, senza alcuna soluzione di continuità, come tradizionaliste e sottomesse o, al contrario, come emancipate e ribelli. Sono qui, poi, uni-camente in veste di domestiche, di badanti, di prostituite o di casalinghe recluse nella sfera domestica.
Questo libro, invece, vuole gettare luce su un mondo femminile straniero un po' diverso, costituito da alcune donne che a Milano, da sole, hanno avviato delle microimprese nel campo della moda e del cibo.
Attraverso la raccolta dei 'racconti di vita' delle protagoniste, sono stati ricostruiti percorsi migratori e pro-fessionali molto articolati che nel complesso rivelano un interessante intreccio fra tradizione e modernità. Riprendendo, non a caso, proprio quelle attività che da sempre hanno caratterizzato la subordinazione del genere femminile, le imprenditrici intervistate hanno in realtà innescato percorsi di indipendenza rivalutando saperi ed abilità tradizionali. In quest'ottica, allora, le antiche ricette, l'arte del cucire e del rammendare, i ri-tuali di abbellimento e di cura del corpo imparati dalle madri e dalle nonne nei lunghi pomeriggi dell'infanzia divengono lo strumento con cui individuare nicchie di mercato potenzialmente di successo in un contesto altamente competitivo quale è quello milanese.