"La Fine dunque, come paura ancestrale. L'uomo ne è vittima inconsapevole fin dalla notte dei tempi. Lo stato di vertigine che ci coglie improvvisi nel pensare alla distruzione del nostro pianeta, o al drastico cambiamento di una società dispensatrice di comfort, è peggiore di quel senso di vuoto che proviamo quando pensiamo alla nostra morte. Mettiamo al mondo figli e lasciamo segni del nostro passaggio per creare continuità, ma cosa accadrebbe se un giorno finisse il mondo? In virtù del fatto che questa antologia è nata aspettando il giorno fatidico in cui i Maya hanno decretato la Fine del Mondo, abbiamo creato il connubio fra il termine D-day, che identifica il giorno dell'attacco, e Doomsday, letteralmente "giorno del giudizio", dando vita all'acronimo D-Doomsday."
Una raccolta che non annoia di certo. La fine descritta in molti modi diversi. Diversi punti di vista. Il prima e il dopo apocalisse. Uno spaccato sull'uomo e le sue debolezze.
senzaluce - 21/12/2012 23:51