Milioni di persone fingono che l'arte non abbia nulla a che fare con la loro vita. Ma l'arte, in questo strano mondo postmoderno, è ovunque. Letteralmente. Si nasconde nelle immagini che passiamo in rassegna su Instagram (dove siamo tutti artisti, senza neppure saperlo) e nella lattuga piena di conservanti che appassisce nei supermercati. L'arte ci rimette in contatto con uno spettro infinito di emozioni anche negative: a volte ci ricorda che la morte esiste, talvolta ci fa sentire completi ed eterni. La cerchiamo quando siamo tristi e finiamo per credere che sia roba per depressi, quando invece è un racconto di resilienza e guarigione. L'arte può diventare uno specchio in cui riflettere la nostra identità, l'arte può unire e contemporaneamente creare interstizi di solitudine - spazi, sempre più rari, in cui affrontare noi stessi. L'arte è la fatica di ascoltare, è il coraggio di andare oltre le apparenze. L'arte è una splendida palestra dove riscoprire quell'empatia che ci fa provare dei sentimenti che nemmeno sospettavamo di avere, e vivere, infine, mille vite diverse. "Da Instagram alla lattuga" è un "saggio d'amore" spiazzante verso un mondo di cui siamo intrisi, più di quanto possiamo immaginare. Perché «L'arte è ovunque. Basta guardare, imparare a guardare.»