Al centro di questa ricostruzione di un percorso vario e talvolta contraddittorio sta il riconoscimento di una fondamentale coerenza che risale alle esperienze giovanili, a contatto con le avanguardie francesi. Affascinato dal concetto dell'opera d'arte come specchio delle "briciole" della realtà , Soffici sogna una figurazione concreta e solida, un realismo purificato, erede di quello che Giotto e Masaccio, impegnato a depurare la visione di ogni elemento fenomenico. Concepisce il realismo non come categoria estetica di segno positivistico od oggettivistico, ma come strumento di analisi degli infiniti ritmi del mondo.