"Io non sono standard, né lo sono le persone alte, quelle con gli occhiali o con le dita grosse, gli stranieri, i bambini, gli anziani, le donne incinte, le persone in carrozzina, ecc. Il design consolidato ci ignora e progetta per l'utente standard: così facendo esclude o penalizza più del 90% della popolazione europea. La risposta progettuale che supera penalizzazione ed esclusione è il Design for All (DfA), che soddisfa i singoli - fruitori e non più meri utenti - nelle loro specificità, valorizzandole. Nella dichiarazione di Stoccolma del 2004 il Design for All è definito il design per la diversità umana, l'inclusione sociale e l'uguaglianza. Questo libro definisce per la prima volta contenuti e processi del DfA, metodologia progettuale inclusiva e d'integrazione che si basa su di un approccio sistemico e olistico, necessariamente multidisciplinare. Stabilisce anche, con il capitolo "Se non è bello non è DfA", il ruolo della qualità estetica nei processi di comprensione e fruizione. "Un buon progetto abilita, un cattivo progetto disabilita" (P. Hogan): abilita o disabilita tutti, noi aggiungiamo, dal decisore al fruitore. Il testo si rivolge ai decisori, al gestore pubblico, all'imprenditore, al progettista come al lettore curioso. Esso ha, quindi, differenti anime e linguaggi e non richiede una lettura sequenziale".
Un libro splendido, veramente ben fatto che mi ha fatto tornare in mente il piacere della lettura sul design che solo Munari con "Da Cosa Nasce Cosa" mi aveva dato! Seppur il testo esponga una materia molto complessa, in generale è molto facile da leggere e ricco di nozioni presentate in maniera semplice e comprensibile per chiunque. Nello specifico ho trovato molto interessante la parte relativa alla descrizione del passaggio che è avvenuto tra l'Ergonomia Olistica ed il Design for All, molto ben argomentata ed in un certo qual modo in sintonia anche con il pensiero di Bandini Buti. Il libro finalmente chiarisce anche il passaggio che c'è tra l'Ergonomia Olistica ed il Design for All in maniera elastica e sempre con numerosi riferimenti per chiarimenti ed approfondimenti. A mio avviso è un libro assolutamente da leggere per chiunque studi nelle facoltà di Architettura o Design o anche semplicemente per chi si approccia allo splendido mondo "della diversità e della complessità umana" perché presenta il nuovo stato dell'arte della progettazione odierna orientata veramente ai Tutti. Molto apprezzabili sono state infine le "raccomandazioni" da parte dell'autrice verso lo scopo del DfA e nel dare una chiara idea per quanto riguarda l'integrazione e la valorizzazione del fruitore nell'intero brief di progetto. Personalmente trovato anche molto interessante e stimolante la parte riguardante il Marketing DfA scritto da Daniela Gilardelli che con sinteticità espone una panoramica sulle teorie del marketing come contorno utilissimo per impostare e ricercare l'innovazione del processo DfA. Molto interessanti ed utili sono stati per l'appunto gli schemi e le mappe riportate. In ultima nota voglio sottolineare anche la bibliografia ricca di citazioni multi-canali: non solo libri, ma anche film ed altri tipi di riferimenti facilmente reperibili. Emilio Rossi - Laureando con una tesi in Design for All presso la Facoltà di Architettura di Pescara.
Anonimo - 12/04/2009 23:20