Questa è una storia di contadini, di sfruttamento, di mezzadria, di povertà, di soprusi dei padrò, di fadiga, di fame, di sporcizia, di malattia, di morte, ma anche di meravigliosi colori di campagna, di odori, sapori e profumi dimenticati, di voglia di stare insieme, di ridere e condividere la fede e la miseria. Questa è la storia di nonno Erminio e zia Gigia. Altero e fiero il primo, spregiudicata e indomabile la seconda. Ma è soprattutto una storia di ricordi, di fili della memoria ritessuti con dolore e nostalgia, intrecciati alle vicende del Novecento italiano che solo di sghimbescio sfiorano i giorni trascorsi nei campi, a sudare per strappare il pane alla terra. Un testo intriso di sentimenti e goliardia.