Il tono apparentemente cronachistico di queste pagine mette a fuoco decisivi nodi dialettici come il confronto tra classicità e avanguardia, visto specialmente in rapporto al contrasto tra totalità e disgregazione, il dissidio tra esperienza e parola, lo stereotipo culturale mitteleuropeo, la sintesi tra poesia e scienza, ma anche il dramma dell'anarchismo reazionario, studiato qui quale struttura in filigrana dei nazionalisti e dei fascismi entre deux guerres. Un motivo di particolare suggestione nasce dal fatto che Magris si cimenta qui sovente con materie e aree culturali diverse, dalla piccola patria triestina agli intrighi della grande letteratura cosmopolita.
Eccellente lettura per ripercorrere la propria formazione classica. Fa riscoprire il senso critico con il quale ci insegnavano ad affrontare un libro: come, quando e da chi era stato scritto, in quale contesto storico-culturale, quale idea dell'Uomo cercava di trasmetterci. La letteratura come affascinante strumento per tracciare un percorso personale verso la decifrazione del reale.
Una boccata di ossigeno per la mente: libro intelligente, dotto, acuto.
Anonimo - 10/05/2002 23:28