Il libro "Dittatura e Rivoluzione" è considerato uno dei migliori scritti prodotti da autori anarchici e una sorta di risposta a "Stato e Rivoluzione" di Lenin, pubblicato tre anni prima. In questo volume Luigi Fabbri, ritenuto uno dei massimi esponenti del movimento anarchico internazionale del '900, condannò, senza riserve, la deriva autoritaria della rivoluzione bolscevica avvenuta in Russia, cogliendo l'inconciliabile antagonismo fra anarchismo e marxismo e fra il socialismo libertario e quello autoritario, incentrando la sua tesi sull'irrinunciabile principio di libertà umana al quale dovrebbero aspirare tutte le rivoluzioni nate dalla necessità di affrancarsi dal potere delle classi economiche dominanti la società.