Scritto nel 1940 e pubblicato l'anno seguente, Don Giovanni in Sicilia racconta la storia di Giovanni Percolla, scapolo quarantenne consumato, come tutti i maschi catanesi, da un'inestinguibile sete sessuale. A un tratto, però, Percolla riesce a imprimere una svolta radicale alla propria vita grazie all'amore per la giovane Ninetta, che diviene ben presto sua sposa. Giovanni si sottomette completamente alla moglie, e per suo desiderio non solo abiura gli amici, le sorelle e tutte le abitudini coltivate fino a quel momento; ma abbandona anche la città natale per trasferirsi a Milano. Il soggiorno si rivela però un fallimento e i due, incapaci di adattarsi alla nuova realtà, tornano in Sicilia, dove Percolla precipita nella stessa inerzia fatta di gesti sterili e ripetitivi da cui aveva illusoriamente creduto di voler fuggire. In Don Giovanni in Sicilia Vitaliano Brancati porta alle estreme conseguenze quella deformazione grottesca di personaggi e situazioni tipica della sua narrativa, che finisce qui per assumere un carattere barocco mentre illustra, con i toni di un moralismo cupo, intriso di un amaro sarcasmo, il vizio di pigrizia e di inanità etica della borghesia meridionale.
Primo dei tre romanzi che costituiscono la "Trilogia del gallismo". 133 pagine che descrivono, in modo semplice e simpatico, una particolarità del carattere di alcuni "maschi" siciliani.
Assolutamente da leggere, soprattutto se si è siciliani.
Don Giovanni in Sicilia
maledettoscano - 17/08/2007 15:19
4/
5
Immerso nella vampa siciliana di metà estate, un trentaseienne, con nessuna esperienza amorosa alle spalle, cerca di dare un senso alla propria vita e a quella dei suoi amici-non amici che perde e, successivamente, incontra ancora una volta sul suo cammino. Coccolato all'inverosimile da tre sorelle, Giovanni Pecorella si trincera dietro una timidezza che quasi raggiunge il patologico, ma che supera con e nell'amore per la bellissima Ninetta. Poi il trasferimento per lavoro da Catania a Milano che sconvolge la vita calma, dal vago ricordo oblomoviano, del protagonista, che, all'improvviso, diventa attiva e frenetica. Nel suo stile fluido, Brancati, con una prosa ricca di metafore che rendono le parole vive ad incarnazione dei personaggi, ci lascia con un finale aperto nel pieno e libero agire della fantasia: il ritorno nella terra nativa, per la gravidanza di Ninetta, concede al lettore la possibilità di scegliere l'epilogo che più lo aggrada.
Da leggere tutto d'un fiato!
flavio speciale - 23/05/2013 13:25
maledettoscano - 17/08/2007 15:19