Ancora oggi il tema della violenza femminile, pensata, organizzata e compiuta da donne, resta un territorio poco esplorato. Per lungo tempo, nell’immaginario collettivo, gli attentati terroristici e le missioni di controterrorismo sono stati considerati appannaggio degli uomini. Un dato, questo, che limita la capacità di comprendere appieno la natura, le dinamiche e i processi di radicalizzazione passibili di condurre all’estremismo violento o al terrorismo. L’idea che il jihadismo violento contemporaneo sia, ad esempio, una questione riservata ai soli uomini è non solo errata, ma ha portato altresì a una considerevole sottovalutazione della minaccia rappresentata dall’universo femminile in questo ambito. Dopo la pubblicazione del report Comprendere la radicalizzazione jihadista. Il caso Italia (2019), la European Foundation for Democracy (EFD), proseguendo le attività di dialogo con il mondo delle istituzioni, delle forze di polizia e dei professionisti di settore, ha sentito la necessità di approfondire un lato rimasto poco esplorato e di espanderlo a livello internazionale. L’obiettivo di questo studio è infatti quello di offrire un quadro descrittivo ed esplicativo dei percorsi di radicalizzazione delle donne all’interno dell’universo jihadista, sia in termini storici che psico-antropologici.