Monumento ultrasettantenne della controcultura, Chomsky non risparmia nessuno in questo libro-intervista a tutto campo: dai media, sostenitori occulti e proni delle strategie del potere, conniventi a volte loro malgrado nelle 'ipocrisie' onnipresenti con cui si offrono i fatti all'opinione pubblica; agli inganni e i paradossi del capitalismo e della democrazia; ai reali moventi delle élite; alla miopia degli intellettuali che non vedono o non vogliono vedere le dinamiche del mondo che devono spiegare. E i fatti, citati fra una risposta e l'altra, ci ricordano tante tragedie obliate o mai conosciute - gli sporchi affari e gli omicidi di Stato sponsorizzati dagli Usa nel 'cortile di casa', il Centro America; il massacro di Timor Est abbandonata al suo destino per più di un anno fino a quando ragioni di opportunità politica hanno fatto muovere i potenti del mondo; o l'intervento Nato in Kosovo per i tanto propagandati motivi umanitari, mentre si sapeva da fonti militari che avrebbe scatenato una escalation della pulizia etnica che poteva essere evitata con più incisive azioni diplomatiche. Così come, sempre i fatti, a una più allenta lettura, ci rivelano i grandi falsi miti del libero mercato - davvero libero in un sistema in cui lo strapotere delle multinazionali dipende in buona misura dagli Stati che si accollano ogni rischio? o in un ordine in cui la deregulation significa nessuna regola per le aziende del mondo ricco e nessuna speranza per quelle del mondo povero? E che dire della democrazia, che forse oggi andrebbe spiegata come prosperità e acquiescenza all'ombra di un oligopolio mondiale di beni e consenso?
Con un'intervista di Piergiorgio Odifreddi: "Linguaggio e politica".