Un potente studio di Hollywood ha acquistato una storica locomotiva uruguayana del XIX secolo per utilizzarla in un film. Sebbene la notizia sia motivo di orgoglio per molti uruguaiani, non sembra avere lo stesso effetto tra i membri veterani dell'Associazione "Amici delle Rotaie". Determinati ad impedire che la locomotiva n.33 venga venduta agli Stati Uniti, tre membri dell'Associazione ed un bambino sequestrano la locomotiva e al grido di battaglia "Il nostro patrimonio nazionale non si vende!". Inseguiti dalle Autorità, percorrono le linee abbandonate dell'interno del Paese, ricevendo aiuto dagli abitanti dei villaggi che rimasti a lungo isolati a causa del prolungato mancato funzionamento di treni, vedono in loro una luce di speranza. Acclamato al Taormina Film Festival con il premio Fipresci (2003) e all'Umbria Film Festival (2004)