"L'ebraismo mi è venuto incontro prima di tutto con il volto dei libri di Primo Levi e di Elie Wiesel; l'ho incontrato, tenace e resistente, al fondo del progetto che lo voleva cancellare dalla faccia della Terra. L'ho conosciuto come forma di salvaguardia della dignità e dell'identità di tanti deportati e deportate. Nelle testimonianze dei deportati ebrei mi ha colpito, fin da ragazzo, come questa strana miscela di religione, ritualità, cultura, fede, speranza, lettura, mantenesse una straordinaria forza di opposizione al nazismo e all'annientamento. Mi sono chiesto cosa ci fosse di così forte in questa identità così indebolita dalle offese e dalle aggressioni ma mai del tutto piegata. La mia idea di una pedagogia della resistenza è profondamente debitrice alla forza resistenziale dell'ebraismo". (Dalla Prefazione)