"Energia di digestione" nasce come un racconto breve, sei pagine scarse, ma talmente intense da dover gioco forza diventare il romanzo che state per leggere. Succede tutto nell'arco di poche ore, in questo libro. Nel breve volgere della fine di una giornata la protagonista riesce a darci conto di una vita, la sua. E lo fa con uno stile a tratti quasi asettico, a tratti così tumultuosamente disperato, che viene voglia di fermarsi a prendere fiato. Silvia Colangeli riesce ad addentrarsi in quel terreno scivolosissimo che è da sempre il parlare di temi fin troppo abusati come la malattia, la morte, la famiglia, l'amicizia, l'amore, con la consapevolezza che la vera letteratura non deve mai mettersi al servizio di nessuna causa. Si rimane stupiti di come l'autrice ci renda partecipi della "rinuncia alla vita per inadeguatezza" del suo personaggio: una donna che ha orrore di sé ma, incredibilmente, non ha orrore del mondo. Questo romanzo sa essere tragico e buffo, malinconico e feroce al tempo stesso. A Silvia Colangeli, riesce quello che dovrebbe riuscire a ogni bravo scrittore: farci capire quanto ama e quanto le duole vivere. "Energia di digestione", nonostante sia un'opera prima, è il libro di una scrittrice vera. Una scrittrice italiana, giovane ma non giovanissima, esordiente, incredibilmente brava. Era tempo, ne avevamo bisogno.