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Quale senso può avere la storia dopo l'Apocallisse delle guerre mondiali, la Shoà e Hiroshima? Per rispondere a questa domanda Jacob Taubes ha scelto la prospettiva messianica giudaico-cristiana della fine della storia. Taubes passa in rassegna la storia della coscienza dell'uomo occidentale, a partire da Gesù Cristo attraverso san Paolo, sant'Agostino, Gioacchino da Fiore, Hegel, Marx e Kierkegaard fino a Nietzsche, che chiude senza alcuna possibilità di riapertura questo ciclo «apocalittico». Per questo «apocalittico della rivoluzione» (così si definiva Taubes) che sfida il pensiero del Novecento sia sul versante teologico sia su quello più propriamente filosofico, si tratta di interrogare il percorso della storia in quanto disvelamento della verità, ma usando strumenti al di fuori di essa: il tempo, l'origine, la fine, l'essere. Il destino ultimo si rivela come creazione e redenzione, in mezzo a cui sta la storia che nel suo scorrere è destinata a svelare la verità della coscienza occidentale. Questo libro del 1947 è l'unico testo scritto interamente da Taubes. In esso appaiono quei temi che accompagneranno la sua storia intellettuale e umana.