L'amore, la gratitudine e l'amicizia possono uccidere? Forse sì, quando Dio lascia cadere sulle vite degli uomini uno sguardo così distratto da sembrare crudele. In carcere per un delitto di cui è parso fin troppo ansioso di dichiararsi colpevole, Adriano ha salvato un ragazzo, Bruno, da una violenza sessuale. Ma Bruno non è un detenuto qualsiasi: è il figlio di un boss malavitoso. Oggi Adriano esce dalla prigione e trova Bruno ad aspettarlo, pieno di una riconoscenza che finisce per rivelarsi pericolosa per lui, per i suoi affetti e per tutto il mondo che cercherà di ricostruire intorno a sé. Così Adriano dovrà alla fine affrontare Bruno e mettere in gioco la propria esistenza per saIvare quella delle persone che ama. Ambientato in una Milano visionaria, questo thriller psicologico sorprendente assume le cadenze di una tragedia greca, dove il destino incalza l'eroe costringendolo a scelte drammatiche, e la ricerca della felicità perduta diventa una riflessione sulla colpa, la responsahilità, il sacrificio di sé. Il mafioso gentile Bruno e il terrificante Rigoletto dagli occhi senz'iride, l'amico d'infanzia Carlo e le due opposte, affascinanti epifanie femminili di Bianca e Federica giocano con Adriano una partita la cui posta è il senso della vita di tutti, e in cui i sentimenti uccidono o salvano più dei coltelli, dei proiettili, delle mani.
Mettiamola così: se qualcuno mi avesse regalato questo libro, togliendo il nome dell'autore con la sfida all' 'indovina chi', io a pagina dieci circa avrei risposto. Raul Montanari, giocandoci pure dei soldi. E' una sicurezza questa. Come una coperta che tiene caldo, è una consolazione, perché quando di un autore hai letto tutto o quasi (compresi articoli, scritti nel forum, interviste partecipazioni tv etc. etc.) è con una strana forma di autocompiacimento che scorri il suo ultimo libro con velocità e beatitudine. Come se il fatto che 'anche questo' ti sia piaciuto, fosse un merito del lettore che ha saputo scegliere l'autore giusto, quello che non delude. Insomma se questo libro mi è piaciuto è merito mio no? A parte le divagazioni personali, potrei scrivere qualcosa come dieci pagine in word solo per parlare di quel dio che forse c'è o forse no e che ricorre così spesso nei lavori e nei discorsi di Raul Montanari. Ma siccome io faccio parte di quella fetta d'umanità che ha deciso di non affrontare il problema.lo accantono pure qui. Vorrei soffermarmi invece sull'enorme spirito di espiazione che avvolge il protagonista. Adriano è noi, è la parte di noi che ha bisogno di crederci, è chiunque voglia il bene degli altri arrivando ad annullarsi per una strana forma di masochismo e di amore eccessivo. Adriano mi è piaciuto, la storia pure, dio anche. L'amicizia, forte e salda anche nel dubbio è stata tracciata bene e senza cadute di tono. Naturalmente ha descritto meglio l'amicizia fra Adriano e Carlo (anche perché Adriano è il protagonista) ma è stata svelata anche se non approfondita quella tra Federica e Bianca. Lo stile è il suo: per chi lo ama è uno scorrere felice fino all'ultima sillaba, anche se si tratta di un noir, senza troppi fronzoli in mezzo e posso dire senza ombra di dubbio che ad ogni libro questo stile si rafforza sempre di più. Lo senti quando l'autore è 'sicuro' nel suo incalzare e anche quando è sincero e mai forzato..
Greta - 26/09/2006 10:29