I bit - il DNA dell'informazione - stanno rapidamente sostituendo gli atomi come strumento fondamentale della comunicazione tra gli uomini. La differenza tra lo schermo di un televisore e lo schermo un personal computer sta diventando una mera questione di dimensioni e quelli che un tempo erano i mass media stanno trasformandosi a poco a poco in mezzi di comunicazione personalizzati a due vie (anche se questa trasformazione sarà un po' lunga). L'informazione non sarà più "spacciata" a potenziali consumatori, ma saranno gli utenti stessi a crearsi la specifica informazione di cui hanno bisogno. Già dai primi anni del prossimo secolo microcomputer delle dimensioni di un paio di gemelli da camicia saranno ben più potenti degli attuali PC e addirittura in grado di comunicare tra loro grazie a una rete di satelliti su orbite basse: altro che telefonini! L'apparecchio telefonico non si limiterà a suonare o a registrare messaggi: selezionerà i messaggi e probabilmente risponderà alle chiamate come un maggiordomo ben addestrato. La comunicazione di massa sarà rivoluzionata da sistemi che consentono di trasmettere e ricevere informazioni e passatempi personalizzati. La scuola diventerà più simile a un museo interattivo e a un campo-giochi dove i bambini potranno scambiare idee e socializzare con altri bambini di tutto il mondo. Il mondo digitale diventerà piccolo come la capocchia di uno spillo: altro che "villaggio globale". Aumentando le interconnessioni tra gli individui, molti dei valori tradizionali propri dello stato-nazione lasceranno il passo a quelli delle comunità elettroniche, grandi o piccole che siano, così ben descritte da Howard Rheingold nel suo Comunità virtuali (Sperling & Kupfer, 1994). Socializzeremo infatti in un vicinato digitale, dove lo spazio fisico sarà irrilevante e il tempo avrà un ruolo differente. Fra vent'anni, guardando fuori dalla finestra, potrete vedere qualcosa distante da voi 10.000 chilometri e sei fusi orari.