Canzano, Abruzzo, 1938: Micù ha dieci anni ed è rimasto zoppo a causa della poliomielite. Ogni mattina si sveglia affannato e in preda agli incubi. Diverso dagli altri, Micù cerca di trovare il suo posto in un ambiente ostile, che non capisce la sua condizione: tutti i giorni, oltre alla salute cagionevole, deve affrontare le prese in giro dei compagni, le superstizioni dei paesani e la diffidenza del padre verso la scuola. Intanto Micù cerca di aiutare l'adorato Tatà, il nonno taciturno con un ambiguo passato da migrante in Lamerica, nella sua misteriosa ricerca fatta di scavi e di ricordi sepolti. Ma l'arrivo di Farfariel, uno strano diavolo dalle intenzioni poco chiare - che ha addirittura il potere di intromettersi nella scrittura del libro che racconta la sua stessa storia! -, mischierà tutte le carte in gioco e lo costringerà ad affrontare i suoi limiti e le sue paure. Nel paesaggio contadino di un'Italia arcaica e dialettale fanno capolino gli abitanti di Canzano, in una narrazione corale e piena di vitalità. Una storia fantastica e profondamente umana, che affronta tematiche come il bullismo, il diritto allo studio, l'emigrazione, la xenofobia, la resilienza.
Libro poetico che, magicamente, ci racconta una storia che appartiene alla memoria collettiva.
Farfariel. Il libro di Micù
massimoridolfi - 07/12/2018 22:49
5/
5
Questo libro e il suo scrittore ci si presentano come un grande romanzo e un grande romanziere, perché questo testo, partendo dal dato biografico e intimo, intercetta e si fa testimonianza di una storia collettiva pescando nelle vite di ognuno di noi.
E poi c'è una scelta attenta delle parole, che compongono il tessuto narrativo - anche quelle dialettali, idiomatiche, che, seppure oscure, ci si svelano senza pudore ma con dolcezza -, che è del poeta.
Questo significa scrivere.
Questa è letteratura.
massimoridolfi - 07/12/2018 22:50
massimoridolfi - 07/12/2018 22:49