Dalle isole verdi del Nord Atlantico, sospese tra paesaggi primigeni e tradizioni immemori, un'antologia che raccoglie le più antiche fiabe tramandate a queste latitudini. Storie di orchesse che catturano i bambini e di troll a sette teste che rapiscono principesse, di giovani orfani come Senza-Papà e Figlia di Tizio o incompresi come Ceneraccio e Fanfarone che superano ogni prova di astuzia, coraggio e generosità, meritando l'aiuto di animali fatati che ribaltano le loro sorti. Storie di sirene incantatrici, giganti del mare, regni degli abissi e isole abitate da leoni, ispirate dall'oceano che con i suoi imprevisti e misteri circonda il piccolo arcipelago delle Faroe. Raccontate per secoli attorno al focolare nelle lunghe sere d'inverno, di solito da anziane narratrici nubili e prive di contatti con il mondo esterno, queste fiabe brillano spesso di un'originalità autoctona. Riprendendo motivi universalmente diffusi, li rimaneggiano e li intrecciano tra loro in avventure funamboliche, che mescolano humour, poesia e sangue, in cui si affacciano antiche saghe, miti pagani e leggende sui demoni, i folletti e le altre creature invisibili di cui è ricco l'immaginario faroese. Trascritte nell'Ottocento, quando i letterati romantici di tutta Europa ricercarono nel patrimonio orale le radici nazionali di ciascun paese, le fiabe faroesi hanno contribuito all'autodeterminazione di un popolo a lungo «provincia» del Regno di Danimarca, che attraverso la fantasia e un gusto contagioso per il narrare ha lottato per la propria identità culturale e indipendenza linguistica.
Le fiabe, come bagaglio delle tradizioni popolari e specchio quindi dell'immaginario nazionale, rappresentano un passato lontano con un forte richiamo agli archetipi ancestrali del nostro inconscio. I luoghi del nord hanno un fascino unico, con i loro silenzi, i loro fiordi, e quella natura sorprendente che ancora mantiene qualcosa di selvaggio. L'isolamento di questa isola in particolare rende le loro tradizioni ancora più legate al territorio, in buona parte incontaminato da influenze esterne europee.
Leggere le fiabe faroesi pubblicate per la prima volta in Italia da Iperborea e sapientemente tradotte da Luca Taglianetti ci avvicina a questo mondo freddo e vivo.
Le fiabe faroesi hanno una scrittura semplice e la componente magica è nettamente minore, allo stesso tempo si è mantenuta più forte l'influenza mitologica.
Ciò che traspare da queste narrazioni è l'importanza che il piccolo popolo rappresenta per i personaggi. Sono creature che possono decidere del destino degli uomini e dunque è importante saper trattare con loro per ingraziarsi la loro benevolenza.
Trovo che queste fiabe siano il modo giusto per passare una serata in famiglia leggendole o narrandole ad alta voce. Taglianetti ha fatto un ottimo lavoro di traduzione rendendo questi racconti perfetti per essere letti ad alta voce e permettendo al lettore di vivere attraverso questi testi l'esperienza delle kvøldsetur ovvero delle sedute serali che venivano fatte in inverno nei tempi antichi dove si narravano leggende e si lasciavano insegnamenti e tutti rimanevano a bocca aperta in trepida attesa di conoscere il finale delle storie.
Questi racconti si sono tramandati oralmente per secoli e trovo che sia un dono meraviglioso poterle leggere e assaporare la magia di queste storie antiche che risultano letture divertenti, spaventose, emozionanti, curiose.
Bellissime sono anche le immagini di Lorenzo Fossati che corredano perfettamente questi racconti.
Ho amato questo libro e consiglio di non farselo sfuggire se amate le fiabe e il folklore.
Angie Reina - 16/01/2019 14:41