È vero che tutte le belle donne sono occupate e bisogna sempre sottrarle a qualcun altro? Qual è il segreto della virtuosa che a Catania ammicca per le strade in un gioco continuo di seduzione? Per sedurre una donna di sinistra bisogna davvero, come vuole una legge non scritta, liberarla dall'essere di sinistra? E lei, Carla Bruni, è la malafemmina che trasforma gli uomini in porci o è la conquistatrice di fascino che ha saputo stregare anche quella canaglia di Sarkò?
Pietrangelo Buttafuoco mette in scena un omaggio irriverente, impudico e appassionato alla donna, dando vita a un teatro dove si intersecano trame seducenti e dove le fimmine giocano il ruolo di protagoniste. Si parla di Brigitte Bardot, la bionda belva di Saint-Tropez, e Leni Riefenstahl, che trionfò sui palcoscenici con bellezza ambigua e maledetta, ma anche di Franca Florio, che della sua vita fece un mirabile romanzo di appendice, e di tutte le donne che con gli stratagemmi più antichi sanno rendere prigioniero il cuore di un maschio.
A fare da comprimari non mancano però i grandi seduttori dell'epoca, Porfirio Rubirosa, immortalato negli anni del suo trionfo di amateur, Walter Chiari con il suo turbinoso amore per Ava Gardner, Tomaso Staiti "il terrore dei mariti". E sullo sfondo del palcoscenico brillano le luci mondane e sensuali delle feste scatenate del secolo scorso, i flash postmoderni delle feste ai Parioli e il brio luccicante delle passerelle di Parigi, fino al chiarore meridiano dell'orizzonte in un caldo pomeriggio del Sud, in cui è facile smarrirsi negli equivoci dell'amore.
Con la grazia e l'ironia dello scrittore sagace, Pietrangelo Buttafuoco compone un vero e proprio prontuario che insegna come conquistare una fimmina con divertita leggerezza, savoir-faire e un briciolo di "galanteria talebana".
Tenendo a mente che la prima regola per sedurre una donna è quella di farsi sedurre.