Quella di Fiorenza Cedolins ÿ una voce «all'antica», che ci riporta indietro nel tempo, all'epoca aurea del Belcanto. Ascoltandola ci colpisce subito per il bellissimo timbro, vellutato e brunito, per il volume ampio e sonoro, tale da riempire senza sforzo teatri di grandi dimensioni e arene all'aperto, per la tecnica di scuola ottocentesca, fondata sulla saldezza granitica dell'emissione, sulla perfetta proiezione del suono, su una dizione scolpita e nitidissima. Una voce sontuosa, opulenta, che rievoca i fasti di soprani ormai consacrati al Mito, di primedonne idolatrate, prima fra tutte Renata Tebaldi, della quale la Cedolins sembra avviata a raccogliere l'onerosa eredità , senza peraltro ricalcarne le scelte di repertorio, o proponendosi come una moderna replicante.