Freelance, di Alessandro Gandini, è un libro che prova a interpretare e contestualizzare il fenomeno delle partite Iva e del lavoro indipendente, attraverso un percorso che destruttura il termine "freelance" a partire dalla sua origine etimologica e si confronta con alcuni degli aspetti che caratterizzano la condizione professionale di questi lavoratori, e più in generale il lavoro, ai tempi della Rete. Basato su una ricerca sociologica a carattere etnografico sulla condizione professionale indipendente nei settori della conoscenza e della comunicazione, Freelance è un libro che abbina il resoconto scientifico al racconto etnografico, nel tentativo di comprendere le trasformazioni del lavoro ai tempi della Rete. Il libro interpreta la figura dei freelance come termometro delle stesse, nella società e nella cultura, attraverso un approccio volutamente disincantato e pop, che unisce in modo bilanciato l'analisi critica dei dati empirici più recenti e significativi sul fenomeno delle partite Iva in Italia e nel mondo, con l'osservazione degli aspetti culturali e sociali che contraddistinguono questo fenomeno come protagonista lavorativo e culturale della società digitale. Il freelance emerge da questo libro come un personaggio post-bohemien, imprenditore-precario il cui mito fondativo è l'indipendenza, una sorta di eroe romantico dell'economia delle reti che vive di reputazione e che incarna la frattura dell'idea di "classe" storicamente intesa dalla sociologia, per scommettere su una società dove il lavoro dipendente non è più il centro di gravità permanente della struttura sociale.