Il libro è una sorta di diario familiare che attraverso la figura di Giannina raccontata dalla moglie del suo figlio più piccolo e autrice del testo, narra soprattutto degli anni della Resistenza piemontese, vissuta dalla giovane sposa, da suo marito Salvatore e dai loro primi quattro figli, nella frazione rurale di Roata Rossi, a una decina di chilometri da Cuneo. Il racconto del passato e delle vicissitudini della famiglia profuga in terra sconosciuta dal 1942 al 1945, si conclude con un finale sorprendente e inaspettato vissuto dopo quasi settanta anni dagli eventi dolorosi mai dimenticati da Giannina.