"Non conta chi sei, conta ciò che hai". Questa è sempre stata la filosofia di mia madre e, a dire il vero, anche la mia. Almeno finché la borsa non è crollata, finché non abbiamo perso tutto, finché mio marito non mi ha lasciato per tornare dalla sua ex moglie e finché non mi sono ritrovata sola e disperata con una montagna di debiti. E' a questo punto che io, Alison Waxman Koff, ex castellana di una mega-villa nella comunità più esclusiva della costa orientale amiericana, ho dovuto modificare un po' la mia visione del mondo. A essere sincera, all'inizio ho sperato che un qualche danaroso cavaliere venisse a salvarmi, poi ho cominciato a vendere tutto quello che mi era rimasto (compreso il visone), infine, spinta dallo spettro della miseria, ho cercato un impiego. Non c'è cosa più deprimente che scoprire di non possedere alcuna abilità specifica, a parte un talento sviluppato grazie a un'ossessione per l'ordine e la pulizia, quello per il lavoro domestico. Effettivamente un posto l'ho trovato, ma non c'è stato giorno in cui non abbia pensato che la vita mi stesse facendo scontare con gli interessi i miei anni di lusso e indolenza. Poi sono successi due fatti imprevisti: ho cominciato a credere in me stessa, e mi sono ficcata in un brutto pasticcio. Questa volta, però, il classico cavaliere, per quanto improbabile e squattrinato, si è fatto avanti. E, si sa, ballare in due alla musica del destino è più facile. E' così che sono diventata una persona nuova con nuovi valori o, forse, una persona vera con vecchi valori. Dunque, grazie per il ballo.