In un paese della Sicilia orientale, nel catanese, viene ucciso un puparo. Poi un incendio cancella ogni traccia salvando solo i pupi saraceni mentre il fuoco fa strage di Orlando, Angelica e tutti i paladini. Da questa nota stonata parte l'indagine sul delitto, il primo di una serie legati tra loro da un filo conduttore che sembra riannodare momenti significativi della dominazione araba in Sicilia. Una spy story, efficace e credibile.
La nostra recensione
Dato che ormai è il giallo il colore più diffuso in libreria, è una buona idea veicolare più vasti interessi attraverso un romanzo poliziesco, e particolarmente riuscito l' escamotage del giornalista e scrittore Gianni Bonina che offre, oltre all'indagine del capo della Mobile catanese Antonio Meli su una serie di omicidi con forte connotazione simbolica, un vero e proprio saggio sulla Sicilia islamica, un aspetto poco noto della cultura isolana, e ricco di suggestivi intrecci con l'esoterismo cristiano. Convinto della matrice islamica dei misteriosi omicidi, Meli si avvale della consulenza dello specialista professor Di Cristoforo che, partendo dai riferimenti rituali del numero sette, gli rivela le inaspettate radici arabe della cultura locale. Nel frenetico tentativo di sventare il settimo e più sensazionale attentato, Meli segue anche un'altra pista, ipotizzata da sua moglie, studiosa di esoterismo cristiano, che lo porta sulle tracce di Uriel, l'arcangelo epurato dal cattolicesimo. L'affascinante percorso culturale indicato dal romanzo lascia un inquietante interrogativo: ma gli arabi vogliono riconquistare la Sicilia? Daniela Pizzagalli