Se domani mi cercherai, più non sarò! Queste sacre parole faceano raccapricciare e rizzare i capelli al milionario. Egli guardava attorno a sè con ispavento, interrogava i palpiti del suo cuore; i battiti del suo polso, per assicurarsi della vita. La lampada d'oro che illuminava la camera prendeva strane forme ai suoi occhi, e le ombre che sprolungava in sulle pareti si trasformavano in oggetti sepolcrali.
Il pensiero di Edmondo era fisso, inchiodato alla bara, e la fissazione era tale, e l'esaltamento della fantasia era così grande che il misero si credea già divenuto cadavere. Un'agghiacciata immobilità lo colpiva: i suoi occhi più non iscorgeano la fosca luce che ondeggiava incerta e ombrosa in sulle sue pupille, quasi trasparenza di un funebre lenzuolo: le sue braccia e le sue gambe sembravano rifiutarsi alla sua volontà, sorprese dal ghiaccio di morte.
Edmondo si ridestava con balzo convulsivo da questa tremenda illusione; si alzava a metà sul suo letto, pallido, cogli occhi stralunati, colla barba che parea sollevarsi di spavento come i peli dell'istrice: egli afferrava la corda di un campanello e con violenza estrema suonava al soccorso; e comandava al cameriere di accendere i torchetti dei doppieri in sulle mensole, di schiudere le imposte dei terrazzini, di starsi vicino a lui, di fargli udire la sua voce. Il cameriere eseguiva, stupefatto dalla stranezza de' comandi del suo padrone. Qualche volta i lumi rimanevano accesi per l'intera notte, e non erano spenti che in sull'alba, ora in cui sulle stanche pupille di Edmondo scendeva il ristoro del sonno. L'infelice più non dormiva che colla luce del giorno.
Simiglianti notturni fantasimi erano più terribili ancora quando il misero era preso dalla paura che cagionavagli il pensiero di essere sepolto prima ch'ei fosse in realtà spirato. Gli esempi che si citavano di persone, le quali, per apparenza di morte, erano state portate alla tomba ancora viventi faceano sobbalzare i capelli del ricco Baronetto, e gli metteano la febbre nelle vene, il delirio nella ragione. Egli leggeva sempre un'opera tedesca intitolata La morte apparente, nella quale con molti argomenti si dimostra la facilità di esser tratti in inganno su gli esterni segni di morte.