"Società di massa" e "società post-industriale" sono concetti inseparabili dalle profonde modificazioni avvenute nel sistema produttivo: prima il forte sviluppo del lavoro dipendente, poi, al suo interno, la progressiva sostituzione della classe operaia con il frastagliato ceto impiegatizio. La società italiana ha vissuto, con ritmi eccezionalmente rapidi, quello sviluppo e quella sostituzione sperimentando una vera rivoluzione silenziosa. E' cambiato il lavoro, sono cambiate le tecnologie e le professioni, le identità collettive e le loro reciproche distanze. E sono cambiati i valori, così come le forme delle rappresentanze sindacali e politiche. Il libro intende esplorare 'dall'interno' questa rivoluzione: se negli ultimi anni gli impiegati sono stati oggetto di numerose ricerche, l'autore si propone di andare oltre, e di collocare - attraverso un agile saggio critico - la crescita dei ceti impiegatizi dentro una teoria generale della struttura sociale italiana e dei suoi cambiamenti. Il vasto, quasi magmatico mondo dei 'colletti bianchi' viene dunque riproposto e spiegato a partire dalle grandi, recenti trasformazioni del paese. Al tempo stesso, i caratteri dell'universo impiegatizio, le sue linee di demarcazione e le sue intersezioni, strutturali e culturali, con gli altri universi sociali, divengono un prezioso osservatorio a cui affacciarsi per scrutare, come in un panorama a 360 gradi, l'intero movimento della società italiana.