A Roger Brown non manca nulla. Ha un lavoro rispettabile come cacciatore di teste per le grandi multinazionali e un hobby segreto, i furti d'arte, grazie ai quali foraggia lo spropositato stile di vita che conduce. E non appena gli viene presentato Clas Greve, proprietario di un meraviglioso Peter Paul Rubens, un dipinto andato disperso durante la Seconda guerra mondiale, comincia immediatamente ad accarezzare l'idea del colpo. Ma niente in questa storia va mai come previsto. E nell'appartamento di Greve, Roger Brown trova sì il prezioso Rubens, ma anche qualcosa che non cercava affatto. E ben presto appare evidente che lo scaltro cacciatore di teste altro non è che una povera preda...
La nostra recensione
Jo Nesbø ci ha messo un po’ di tempo per farsi conoscere e apprezzare in Italia; ci è riuscito con i thriller che hanno come protagonista il detective Harry Hole, ma anche i suoi romanzi non seriali mantengono la stessa carica adrenalica e quel perfetto meccanismo a incastro che catturano senza tregua il lettore. Il cacciatore di teste è un sottile ed elettrizzante gioco d’astuzia e d’intelligenza che contrappone Roger Brown a Clas Greve, l’uomo che lui, abilissimo headhunter, seleziona per un alto incarico in un’azienda tecnologica norvegese. Ma è anche un gioco inquietante e azzardato che, in un crescendo vorticoso di colpi di scena, coinvolge tutte le pedine che Nesbø con consumata abilità mette in campo, tra cui la bellissima moglie di Roger, il complice che lo aiuta nei furti di opere d’arte, l’aitante e presuntuoso ispettore della polizia criminale. Nesbø è un vero specialista nel tratteggiare e dare spessore e consistenza ai suoi personaggi; Roger ne è un esempio perfetto: spietato nel lavoro, tenerissimo con la moglie, ladro efficiente, perfetto a mascherarsi in una doppia vita e infine tenace all’inverosimile nel tener testa al suo degno avversario. Il bello è che nonostante Roger sia un delinquente, cinico scorretto e venale, il lettore ben presto non può fare a meno di trovarlo simpatico, di più: si sente così calato nella parte che, grazie anche al racconto in prima persona, finisce per aderire al suo punto di vista, anzi ai continui cambiamenti e ripartenze che sono l’ingranaggio di questo thriller esplosivo. Nesbø è uno straordinario manipolatore, sa portarti dove vuole lui, disorientarti e lasciarti per un po’ lì a credere di aver capito tutto mentre invece di colpo ti ritrovi da tutt’altra parte. Ma sa anche essere estremamente riconoscente verso i lettori che lo sanno seguire in questo dedalo appassionante di indizi, veri e falsi, sospetti, rivelazioni: la ricompensa è una lettura veramente appagante. Antonio Strepparola
Jo Nesbø è nato nel 1960 ad Oslo ed è cresciuto a Molde in Norvegia. Tracciare la sua biografia non è semplice, faremmo prima a elencare cosa non abbia fatto nella sua carriera rispetto alle sue tante professioni e occupazioni.
Si laurea in Economia presso la Norwegian School of Economics and Business Administration e prima di diventare scrittore è stato uno sportivo. Ha giocato a calcio – come il fratello – con il Molde, squadra con cui vanta importanti successi come la vincita del Norgesmesterskapet G19 1978, la