Palermo, 1560. Tra l'antica città con le sue strade storiche, e le avventure corsare sul mare solcato da imponenti armate navali, si snoda l'affascinante vicenda che vede incrociare i destini di Juan de la Cerda, vicerè di Sicilia, con Ludovico Sclafani e Galvano di Valverde da una parte, e dall'altra con donna Laura Serra e la cortigiana Mariquita le quali, inizialmente ignare l'una dell'altra, perseguono a proprio modo i favori del medesimo uomo. È lui ad assumere l'identità di Capitan Terrore divenendo il flagello dei mari, nella convinzione che la passione, come la vendetta, non sia compiuta. Le storie tormentate non finiscono mai, alimentandosi della distanza come una specie di forza primordiale. La vendetta, ben più crudele, va ponderata in attesa del momento propizio. Tra figure di grande idealismo e personaggi marcatamente grotteschi, Natoli racconta una storia che stringe la mente del lettore in una morsa, fino allo scoccare dell'ultima parola, mentre la tensione monta, riga dopo riga, pagina dopo pagina, sino all'imponderabile.