Nella sua prima traduzione italiana, il noir letterario di un ex poliziotto diventato un gigante della letteratura brasiliana: il romanzo d'esordio di Rubem Fonseca. Vilela, ex commissario diventato scrittore di gialli, incontra in prigione Paul Morel, artista incarcerato con l'accusa di avere assassinato barbaramente una delle sue amanti, il cui cadavere è stato ritrovato su una spiaggia di Rio de Janeiro. E stato Morel a chiedere di vedere Vilela, per fargli leggere dei brani di un manoscritto in cui racconta la sua vita e (chissà?) la verità sull'omicidio. L'ex commissario, che è in crisi creativa, accetta di leggere il libro, sempre più intrigato dall'ambiente descritto dall'artista: da una parte il gran mondo carioca tra il perverso e il gaudente, fatto di orge in grandi appartamenti lussuosi a Copacabana e di piccole angherie borghesi; dall'altra un sottobosco di prostitute, delinquenti e immigrati dalle zone povere del Brasile. Procedendo nella lettura, a Vilela viene voglia di indagare sul delitto. A poco a poco, i nomi dei personaggi vengono sostituiti da quelli reali, le scene del libro si sovrappongono a quelle della vita vera, Vilela a Morel, i romanzi ai diari, fino alla risoluzione dell'enigma... O forse era la fine del romanzo?
Ruben Fonseca ne Il caso Morel non vuole darci una soluzione definitiva, anzi si sofferma sulla persona, sul racconto delle sue memorie, sui ricordi che in Morel appaiono ancora così vividi, come se li rivivesse nel presente.
Ricordi crudi, drammatici, senza filtri che non si pongono il presupposto di essere sgradevoli ma semplicemente se stessi.
Il caso Morel è sicuramente un thriller psicologico, che si concentra sul genere noir, dove il protagonista è proprio il sospettato.
Lautore vuole mostrare i conflitti della sua mente, mostrarli nei suoi paradossi.
Lui non prova nessun disagio nel raccontarsi, ma lo prova il lettore che riesce a percepire lo squallore, la violenza, i traumi, la profondità di indoli che forse di sano hanno ben poco.
Ne Il caso Morel, Ruben Fonseca non vuole giustificare il suo protagonista, non vuole dargli redenzione, vuole solo mostrarlo alla luce del sole, senza timore, affinché il bigottismo sia smascherato dalla cruda verità.Sicuramente un romano che di politicamente corretto non ha niente e che oggi fa storcere il naso a chi vuole a tutti i costi trovare una giustificazione anche della crudeltà di un assassino.
I Sussurri delle Muse Blog - 29/03/2023 10:49