Sette sezioni per concentrare un'esperienza ultradecennale. Una scrittura sempre tesa a un equilibrio emozionale e narrativo, nella quale i frammenti vengono a ricomporsi in un continuum fatto di presenze e assenze. Un percorso che scava nella memoria individuale e collettiva. Questo è «Il centro del mondo»: un lacerarsi e un ritrovarsi tra luoghi elettivi e rimembranze, tra affetti familiari e relazioni sociali, in un costante dialogo tra intimità e paesaggio irpino. E i ritmi, come in una partitura jazz, variano continuamente, dando senso alle sincopi dei brevissimi "Lampioni" come ai suoni prolungati da "Le stanze nascoste" sino alla chiusa di "A margine."