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Il dottor Bergelon

Georges Simenon
pubblicato da Adelphi

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«La parcella della prima operazione che mi procurerà sarà tutta per lei... In seguito, a ogni paziente che mi manderà, faremo a metà...»: questo aveva detto Mandalin, rinomato chirurgo e proprietario di una clinica di lusso. E quando il dottor Bergelon aveva dirottato sulla clinica la prima partoriente, Mandalin li aveva invitati a cena, lui e la moglie, nella sua bella casa dei quartieri alti, dove Bergelon aveva bevuto troppo, come Mandalin del resto, e poi tutto era andato storto, la partoriente era morta, e anche il bambino... Risultato: adesso il vedovo minacciava di ucciderlo - non Mandalin, ma lui, Bergelon! Eppure, ciò che spingerà il giovane medico a infrangere le regole di una tranquilla, e in definitiva soddisfacente, esistenza provinciale non sarà la paura di morire, né saranno le apprensioni di quella moglie rassegnata e piagnucolosa, ma un «lancinante bisogno di cambiamento», come la sensazione di avere addosso un vestito troppo stretto. «In lui» scrive Simenon «c'era una sorta di trepidazione, di ansia, una speranza, un'attesa, la voglia di fare un gesto - ma quale? -, di aprire non una porta, ma una strada, un mondo, una prospettiva nuova...». Come molti personaggi di Simenon, anche il dottor Bergelon ci proverà, a non accettare il suo destino, a togliersi di dosso quel vestito troppo stretto...

Dettagli down

Generi Romanzi e Letterature » Classici stranieri

Editore Adelphi

Collana Biblioteca Adelphi

Formato Brossura

Pubblicato 24/02/2022

Pagine 195

Lingua Italiano

Isbn o codice id 9788845936524

Traduttore L. Frausin Guarino

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Il dottor Bergelon renzo.montagnoli1

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voto 3 su 5 Con Il dottor Bergelon si parte da un caso di malasanità, provocato dallassoluta indifferenza di chi dovrebbe salvaguardare una vita e invece non fa il suo dovere. Che poi il dottor Malin e il dottor Bergelon nella circostanza siano ubriachi non è di certo unattenuante, bensì unaggravante, perché la deontologia professionale imporrebbe a due medici la sobrietà e la disponibilità, requisiti che nel caso del parto travagliato di una giovane donna sono stati talmente assenti, che non solo in nascituro è morto subito, ma che ha comportato anche il decesso della puerpera. Si dà però il caso che il vedovo non sia daccordo sulla giustificazione di comodo circa limpossibilità di salvare il bimbo e la madre e che dia inizio a una sottile vendetta, prendendo soprattutto di mira chi ha meno colpe (il dottor Bergelon), ma che appare per le sue caratteristiche lideale capro espiatorio. Inizia così per il medico in questione, che già vive unesistenza grigia, un periodo di grande difficoltà, fra lettere minatorie e incontri per la strada non proprio amichevoli. Che fare? La decisione è quella di sparire, di cambiare vita, magari senza riuscirci, ma almeno per non essere passivo ed esperire così questo estremo tentativo. La sua sembrerebbe una fuga senza speranza, ma quasi allimprovviso il vedovo smette di perseguitarlo, dicendogli in un incontro ravvicinato che ha trovato nuove motivazioni per vivere ed è così che Bergelon rinuncia alla possibilità di mettersi alla prova ricominciando da zero, perché torna a casa, dalla moglie e dai figli, e al suo grigiore quotidiano, in una vicenda in cui domina, per colpa del protagonista, uno squallore disarmante. Che Simenon sia capace di aprire lanimo umano, di fare unanalisi psicologica approfondita è una qualità che non gli fa difetto ed è notoria; questa volta, però, ha a che fare con un personaggio che è un incompiuto: si è innamorato di sua moglie senza particolare trasporto, come se fosse una routine giornaliera, fa il medico di quartiere come un impiegato che timbra il cartellino, ha unattrazione per una prostituta che guarda caso è lamante di Cosson (il vedovo), ha una relazione occasionale in villeggiatura al mare con una donna con un figlio, rifiuta a un amico unofferta di lavoro che gli consentirebbe di togliersi di dosso quellabito di mediocrità che da sempre laccompagna. Insomma, il dottor Bergelon si lascia trascinare dalla vita, non ha rimorsi e nemmeno gioie, vegeta, si potrebbe dire, ed è lì lorigine dello squallore. Descrivere la psicologia di un individuo così è difficile e non è facile nemmeno per un narratore come Simenon, tanto che riesce solo in parte nello scopo, un risultato tuttavia che influisce relativamente sulla gradevolezza della lettura. Non sarà il miglior romanzo di Simenon, o uno dei suoi migliori, ma resta il fatto che chi legge non può che apprezzare, provando anche un senso di repulsione per quelluomo senza qualità che è il dottor Bergelon.

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