Nella meraviglia onirica di una palette cromatica inconfondibile, due storie parallele si intrecciano e inseguono in un racconto di sogni e desideri giovanili. 1856: Teresa, giovane aristocratica, è più interessata a scrivere poesie horror d'avanguardia che a fare un buon matrimonio. 2016: tre adolescenti stanno mettendo su un gruppo punk chiamato Le Black Holes. Hanno tutto ciò che serve: look, grinta, istinto... e una totale mancanza di talento musicale. Non appena iniziano a provare, però, strani eventi si manifestano. Il loro mondo e quello di Teresa collidono, e le tre ragazze vengono inseguite dall'eco di qualcosa che è successo 160 anni prima.
Di nuovo un Grazie a Mondadori Oscar Vault che mi ha dato modo di leggere in anteprima Il fantasma e le Black Holes di Borja Gonzáles, graphic novel uscita il 19 maggio, ma della quale riesco a scriverne qualcosa solo ora.
Probabilmente l'autore stima molto la pittura di Rothko, già da come inizia sembrerebbe richiamarlo, e anche se così non fosse, fa evidentemente un uso del colore molto descrittivo e significativo. Tant'è che i personaggi non hanno molti dettagli, nessuno ha un volto ben definito, però cambiano vesti, variano colori e stilema del disegno anche in base al tempo e nelle situazioni: la variazione cromatica ha un valore narrativo quasi al pari dei dialoghi.
Cromaticamente e cronologicamente non è decisamente una graphic novel lineare, tra una storia ambientata nel 1985 e un'altra linea temporale del 2016, riverberano degli echi e delle interferenze. Entrambe le linee storiche e le interferenze forse saranno più chiare con qualche altro sfoglio. Che può servire sia a capire meglio, sia a riguardare quelle tavole illustrate assolutamente prive di baloons, ma che sembrano piccoli quadri che immortalano un momento che va anche dl di là del tempo della storia. Pregevole prodotto.
Federico Catocci - 23/05/2020 17:25