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Il figlio - Philipp Meyer
Il figlio - Philipp Meyer

Il figlio

Philipp Meyer
pubblicato da Einaudi

Prezzo online:
20,00
Prodotto acquistabile con Carte Cultura, 18App e Carta Docente
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Dalle grandi praterie annerite da immense mandrie di bisonti, agli smisurati ranch di proprietà di un pugno di allevatori che regnavano come monarchi assoluti su schiere di vaqueros, al paesaggio arido e desolato punteggiato dalle torri dei campi petroliferi, la storia del Texas occidentale è la storia di un susseguirsi di massacri, la storia di una terra strappata di mano più e più volte nel corso delle generazioni. E inevitabilmente anche la storia dei McCullough, pionieri, allevatori e poi petrolieri, è una storia di massacri e rapine, a partire dal patriarca Eli, rapito dai Comanche in tenera età e tornato a vivere fra i bianchi alle soglie dell'età adulta, per diventare infine, sulla pelle dei messicani e grazie ai traffici illeciti fioriti nel caos della Guerra Civile, un ricchissimo patròn. Ma se Eli McCullough, pur sognando la wilderness perduta, non esita ad adattarsi ai tempi nuovi calpestando tutto ciò che ostacola la sua ascesa, suo figlio Peter sogna invece un futuro diverso, che non sia quello del petrolio che insozza la terra e spazza via i vecchi stili di vita, e non può che schierarsi con trepida passione dalla parte delle vittime. La storia, però, la fanno i vincitori, ed ecco allora Jeanne, la pronipote di Eli, magnate dell'industria petrolifera in un mondo ormai irriconoscibile, in cui di bisonti e indiani non c'è più neanche l'ombra, e i messicani sono stati respinti al di là del Rio Grande...

La nostra recensione

All’esordio, nel 2009 con Ruggine americana, Philipp Meyer è stato inserito dal “New Yorker” nella lista dei 20 migliori scrittori under 40. Ora, con il suo secondo romanzo, la critica si è addirittura spinta oltre, fino a scomodare il Grande Romanzo Americano e autori come Melville, Fitzgerald, Faulkner, Steinbeck etc. Chi voglia spaziare tra gli ampi orizzonti delle praterie sconfinate e immergersi nel mito della fondazione della nazione americana trova sicuramente ciò che cerca in questo romanzo, Il figlio, epopea esplosiva e crudele dei McCullough, dall’indipendenza del Texas (1836) al declino dell’impero capitalistico odierno, passando attraverso la guerra di Secessione, lo sterminio della nazione indiana, due guerre mondiali, petrolio, speculazione e ancora le guerre in Medio Oriente. Affidando il racconto a tre voci diverse con registri narrativi differenti ed efficaci, Meyer copre così quasi due secoli di storia, scavando nelle origini del “sogno americano” e portando alla luce, senza alcuna retorica ma con lucida consapevolezza e determinazione, le fondamenta che hanno sorretto quel mito, fatte di violenza, massacri, soprusi e volontà di potenza. Una pluralità di voci che si intrecciano tra loro parlando in epoche diverse, e con toni completamente dissimili, ma sempre dallo stesso luogo di chi in quella terra sorprendente e violenta ha vissuto e lottato, soccombendo o imponendosi: americani, messicani, indiani. Come ogni saga famigliare che si rispetti anche in questa storia c’è il delitto originario che fonda l’impero dei McCullough e che che nel contempo ne provocherà il declino. Le colpe del capostipite Eli passeranno come un lascito biologico nelle generazioni successive, a partire dal figlio Peter, il ribelle che con la sua etica anacronistica scava il solco iniziale e decisivo, fino alla pronipote Jeannie, la sacerdotessa destinata a recitare il “De profundis” della dinastia. Come ha riconosciuto un altro grandissimo scrittore americano, Richard Ford, “Meyer è un narratore nel senso più pieno del termine”, un narratore, possiamo aggiungere, che sa come coniugare uno stile avvolgente con i grandi temi popolari della storia americana.
Antonio Strepparola

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Generi Romanzi e Letterature » Romanzi stranieri

Editore Einaudi

Collana Supercoralli

Formato Rilegato

Pubblicato 04/03/2014

Pagine 553

Lingua Italiano

Isbn o codice id 9788806212087

Traduttore C. Mennella

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