Georges Darien fu un anarchico francese dalle alterne fortune: ora esaltato, ora calunniato, il suo nome fu anche pressoché rimosso fino a quando Alfred Jarry non collocò "Il ladro" al sesto posto dei suoi libri d'elezione. Anche Breton ne fece un oggetto di culto, contribuendo alla riscoperta di un autore che oggi è ritenuto il precursore di Celine. Romanzo trascinante, sfida ai lettori e alla morale comune, "Il ladro" fu scritto da Darien con un preciso scopo politico-sociale: mettere in discussione il principio di proprietà e sostenere il diritto al furto o, come lo definivano certi anarchici, la reprise individuelle. La società, sembra dirci Darien, è malata alla base, e perciò va distrutta.