Delfi, Roma e Gerusalemme, sono i luoghi principali di un viaggio alla ricerca del concetto stesso di luogo: il mito, il mondo, i luoghi sacri, i luoghi ameni, l'invenzione dei luoghi. Una montagna di parole che ci parlano de i luoghi senza l'assillo di volerci spiegare la contemporaneità e che inseguono tracce apparentemente sempre più lontane e disperse. Una narrazione/ricostruzione minuziosa e approfondita dove le parole sono i soli materiali per evocare il mito del centro del mondo, o quello del mondo che si espande fino a coincidere con l'ecumene, o il deserto come luogo dei martiri o, ancora, l'invenzione dei luoghi attorno alle reliquie dei santi. Che cosa sono i luoghi? Non troveremo risposte esplicite ma, se assecondiamo il peregrinare dell'autore lungo il percorso difficile della sua narrazione, intriso però di scoperte, ci capiterà di accostarci alle risposte e di accorgerci di tanti luoghi comuni e di tante semplificazioni che ci circondano. Il libro dei luoghi è come una costruzione dalla quale è più facile sporgerci per comprendere il significato dell'espressione che il titolo stesso evoca.
Esistono libri rarissimi che quando li leggi danno un senso compiuto a quello che avevi sempre pensato ma non avevi mai espresso compiutamente. Questi libri spiegano certe tue ansie, certe tue sensazioni che magari non riuscivi a condividere con nessuno, questi libri mettono ordine.
Così è stato con questo libro. La nascita della bruttezza nel mondo, il perchè da noi in Italia qualsiasi cosa costruita dal medioevo a prima della rivoluzione industriale, anche da chi era assolutamente incolto abbelliva il mondo ed aveva (e coglieva) un senso, mentre dopo si diffondeva come lebbra a distruggere il mondo è stato sempre per me un punto necessario per comprendere il mondo, necessario perchè evidente e condiviso, necessario perchè una ferita aperta...questo libro spiega il perchè ed è un perchè che va di pari passo con lo smarrimento del senso del sacro.
Questo libro spiega anche perchè le costruzioni degli antichi romani sono belle quando diventano ruderi, mostrando l'anima profonda dei latini e sorreggendo una natura rigogliosa che le riabbraccia nel suo grembo, ma spiega anche perchè quei rarissimi esempi di architetture romane più conservate come ad Ercolano ad esempio, ci fanno rabbrividire come il Vittoriale di Piazza Venezia o le ricostruzioni di Hollywood: sono l'anima nera di una desacralizzazione dei luoghi con l'imposizione di uno 'stile internazionale' e ci trasmettono lo stesso gelo mortale del modernismo.
Ma questo libro parlaanche di filsofia, di romanzo, di anima, un Pavel Florenskji italiano, una meraviglia !
Anonimo - 27/12/2008 11:58