Respira a fondo e alza lo sguardo verso lo specchio del bagno: il riflesso di un ragazzino di dodici anni lo fissa dai suoi occhi grigi. Occhi bellissimi, se non fossero così terrorizzati; le ombre livide intorno sono più scure delle iridi e il ciuffo biondo cenere è incollato al sudore gelido della fronte. Sulla pelle candida i rivoli rossi, colati sul mento, risaltano come cicatrici vivide e mortali, brividi violenti
squassano il corpo, esile come un giovane albero scosso dalla mano di un gigante.