Alda Merini si muove costantemente sul doppio registro di una scrittura fortemente caratterizzata e capace di porsi come sensibilissimo strumento di registrazione dell'emozione e della ragione, degli umori e delle passioni e dell'equibrio ricercato in una forma sorvegliata, scandita da soluzioni linguistiche e metafoniche che attingono alla quotidianità per portare però i sensi di un canto a cui urge scrollarsi dalla materia e innalzarsi verso un'accesa dimensione spirituale. Tale dialettica tra terreno e divino, mondano e sovrannaturale, tra lingua della poesia e lingua della vita, presiede alla dinamica di uno 'scatto' - che è della mente oltre che del linguaggio; quello che avviene quando lo sguardo si ferma su un dettaglio del mondo, che emerge improvviso e rivelatore. Il dettaglio che 'contiene' il fondo più oscuro della vita e della coscienza. Misterioso e minaccioso, tale fondo appare inscritto nel particolare più inconsueto del quotidiano, quello che attrae, stupisce ed insieme trasuda angoscia e dolore.