"Tradurre non è mai stato per me un esercizio. Qualche volta una fatica, più spesso un piacere... E' un lavoro rasserenante, esenta dallo sgomento della pagina bianca, che in tali circostanze si apre invece come un invito, magari sottilmente provocante... Nessuna decisione preventiva, nessun disegno organico, nessuna ricognizione preliminare a supporto di chissà quali progettazioni è alla base di questa mia attività, determinata più dall'emotività che dal gusto". Così scriveva Vittorio Sereni nella premessa alla prima edizione del "Musicante", autoantologia realizzata per i Supercoralli nel 1981. Pier Vincenzo Mengaldo, nell'ampia introduzione redatta per questo volume, sottolinea che "l'esperienza sereniana ribadisce quella che nell'Italia del Novecento sembra essere, piuttosto che una tendenza come altrove, quasi una regola, cioè la compresenza, in una sola persona, del poeta di rango, del traduttore e del critico".