All'imbrunire il Tamigi è livido e fangoso, e la marea si arrampica lungo i sostegni dei ponti. Nella corrente una barca rasenta chiatte, relitti e tronchi: ai remi, intabarrata in un mantello scuro, c'è una fanciulla dal volto d'angelo; a prua, un uomo con lo sguardo da avvoltoio raccoglie i cadaveri che il fiume restituisce. Cosí, con un inizio che Calvino riteneva il piú memorabile fra i già memorabili incipit dickensiani, comincia Il nostro comune amico, un romanzo che è un disperato caleidoscopio di persone e classi sociali e che, secondo molti, rivendica a Dickens il pieno diritto di stare accanto a Shakespeare al vertice della letteratura inglese. Completano il volume l'introduzione e le note al testo a cura di Carlo Pagetti.