"Mi ha colpito subito al cuore, probabilmente perché il binomio uomo-città evoca una visione unitaria dell'approccio alla pianificazione che scavalca le improvvisazioni caotiche e il disordine trasandato della città nella quale sono cresciuta. Per me, che ho studiato molta matematica e forse troppa teoria economica, un binomio era solo la somma algebrica di due monomi: cioè semplicemente (a + b). Invece, leggendo in anteprima questo lavoro, ho realizzato che il binomio uomo-città non rappresenta una banale somma algebrica, ma l'avvio di un inedito percorso di riflessione e di approfondimento per buona parte della mia generazione, che è quella dei più o meno trentenni" (dalla Prefazione di Eleonora Quacquarelli).