Alma è una piccola gemma incastonata tra i monti, dove la vita scorre serena e felice: tutti vanno nella stessa direzione, quella corretta del buon vivere, del rispetto delle regole e del prossimo. La tranquillità di questo paese immaginario viene all'improvviso sconvolta. Una frana si abbatte sulla valle lasciando incolume, ma completamente isolato, il paese in cima alla montagna. Tutto il resto viene distrutto. Ma qualcos'altro succede ad Alma. Un ragazzo ferito, inerme e muto arriva dalla valle. Il microcosmo collassa, cresce la follia, la farneticazione collettiva, tutto si concentra sull'estraneo perché lui è il pericolo, che minaccia la stessa esistenza di Alma. Nel romanzo "II paese delle fate bianche" all'atmosfera apparentemente fiabesca si sostituisce una realtà distopica di cui Amalia Bonagura racconta, con un linguaggio limpido e chiaro, i pregiudizi, l'intolleranza, la paura, ma soprattutto l'incapacità di accogliere chi è diverso da noi. Alma è un paese immaginario, ma diventa il nostro luogo, il nostro Paese, la nostra casa.
Un libro bellissimo. Ambientazione perfetta, i personaggi sono dipinti in un crescendo irresistibile di emozioni. Siamo noi in quelle pagine, con i nostri entusiasmi e le nostre paure, i nostri slanci e i nostri limiti. Da leggere tutto d'un fiato.
Il paese delle fate bianche
Fabio Condor Dam - 15/04/2019 17:21
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inizia come una fiaba, scava all'interno delle anime e vede che non tutte si sentono di vivere in un sistema da favola. Le anime (uomini e donne) sono chiuse al loro interno e se sei chiuso nessuno entra, ma tu non vedi cosa c'è fuori. Poi un evento naturale cambia la prospettiva generale, acuisce il desiderio di chiusura, ma l'arrivo di un estraneo, uno solo, porta alcune coscienze a risvegliarsi Ed è il dramma
Alfredo Bonagura - 29/04/2019 18:54
Fabio Condor Dam - 15/04/2019 17:21