Ispirato a fatti realmente accaduti, il racconto narra di Josshuf alla ricerca della propria figlia scomparsa dal passeggino bianco, subito dopo l'esplosione. Josshuf, che possiede un'anima nera, è preda sin dall'infanzia da inspiegabili tormenti e da voci maligne che provengono da dimensioni ultraterrene. È talmente piegato ad esse da non sapere contrastare forze oscene che si impossessano di lui a piacimento. Aiutato da Usama, un ribelle della milizia curda, Josshuf si mette sulle tracce di un'organizzazione responsabile degli attentati e della sparizione della piccola Rahada. Ai momenti in cui è sopraffatto dalle forze maligne, nei quali l'euforia del castigo sembra prendere il sopravvento perfino sull'obiettivo primario di ritrovare sua figlia, si alternano momenti di sconforto nei quali Josshuf confessa a sé stesso di avere perduto la propria umanità e di essersi consapevolmente consegnato ai demoni. E così, incoraggiato da un'inarrestabile sete di vendetta, subisce una vera e propria metamorfosi che lo induce a compiere atti sempre più morbosamente violenti e malefici, assumendo non più sembianze umane, facendo patire alle vittime una morte lenta, una fine atroce. Quando il senso di umanità sembra ormai perduto in Josshuf, un incontro fortuito e misterioso cambierà il proprio destino, conducendolo su un sentiero inaspettato dentro al quale scoprirà la possibilità di un nuovo inizio. Tratto da una storia reale, questo racconto segue le terrificanti trasformazioni di Josshuf e gli imprevedibili intrecci del destino, per culminare in un finale sorprendente. Oltre all'inquietudine e alla violenza della storia, la speranza rimane l'unica arma contro il male, anche quando ci si trova in solitudine e smarriti negli abissi dell'inferno.