Il protagonista, Gregory Reeves, è un gringo di famiglia povera che incarna molti dei difetti e delle virtù della nostra società degli ultimi settant'anni. La vicenda si svolge in un arco di tempo che va dalla bomba su Hiroshima fino ai giorni nostri, passando attraverso le contestazioni del '68 e la guerra in Vietnam. Gregory Reeves vive nomade con il padre e la famiglia, su un carro. A ragione del loro continuo girovagare, il bambino Gregory si trova costantemente a dover fronteggiare situazioni nelle quali sconta il pregiudizio e le discriminazioni delle comunità locali in cui la sua famiglia si ferma. Dopo alcune tragiche vicende adolescenziali, Gregory riesce a frequentare l'università, laureandosi in legge, anche se in seguito verrà chiamato a combattere in Vietnam. Poi il ritorno a casa... Attraverso la storia di Gregory, Isabel Allende ci racconta l'America e le sue ingiustizie. L'emarginazione sociale e il razzismo, l'aspro contrasto tra opulenza e miseria, l'evoluzione del concetto di famiglia, l'incessante ricerca di amore e di equilibrio interiore. Un'opera ricca di avventura e passione, un vero teatro umano, arricchita da una forte tensione epica.
Isabel Allende nasce a Lima il 2 agosto del 1942 e a soli tre anni dalla sua nascita il padre, il diplomatico cileno Tomás Allende, divorzia e lascia la famiglia. A questo punto la madre decide di tornare in Cile con i tre figli e di trasferirsi dal padre a Santiago.
Grazie alla presenza del cugino del padre, Salvador Allende, futuro presidente del Cile (assassinato durante il colpo di Stato del 1973) ai tre fratelli verrà garantita la possibilità di studiare e di non avere problemi economici. Sarà proprio la casa del