È lì, incastonata nell'edicola del portico trecentesco della chiesa della Madonna delle Grazie, a Vasanello (VT), la Madonna con bambino benedicente della fine del XV secolo che ha ispirato questo saggio. Testa leggermente reclinata di lato, profondi occhi neri espressione rilassata vagamente sorridente. Niente di più diverso dall'iconografia mariana tipica della pittura di fine Quattrocento, senza dubbio un ritratto, quindi: ma di chi? E chi realizzò questo affresco di squisita fattura? Le schede catalografiche della Soprintendenza non si esprimono sul primo dilemma, evidentemente non còlto, e ne individuano erroneamente l'artefice in Antonio del Massaro detto Pastura. La certosina indagine di Ardelio Loppi è durata vent'anni, straordinarie le implicazioni: forse a realizzare l'affresco addirittura Raffaello Sanzio non ancora magister in quanto dodicenne, che diede alla Vergine le sembianze ancora oggi sconosciute di Giulia Famese. Complicata la questione attributiva - comunque non peregrina alla luce degli incastri storici che potrebbero aver portato nell'allora Bassanello il giovanissimo urbinate -, supportata da indizi talmente comprovanti da non poter essere liquidata a cuor leggero la seconda ipotesi. Emblematico quanto scrive nella prefazione lo storico farnesiano Bonaventura Caprio: "Le argomentazioni avanzate dal Loppi sembrano corrispondere a verità, quantomeno non ci sono prove evidenti o fatti storici che al momento le possano smentire."