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Descrizione

Rebecca Cohen, in forza alle Nazioni Unite, da New York si reca in Albania per lavoro. In realtà i motivi che la spingono così lontano da casa sono altri: allontanarsi da un matrimonio in crisi profonda e conoscere il Paese che durante la Seconda guerra mondiale diede rifugio e ospitalità alla famiglia di sua madre Esther, di origini ebraiche, in fuga dalla Germania di Hitler. Una vicenda tuttora molto dolorosa per Esther, che non l’ha mai raccontata alla figlia: proprio a Tirana, infatti, sua madre perse i contatti con la sorella Abigail, deportata dai nazisti a Dachau. Ma andò davvero così? Rebecca dovrà fare i conti con un passato mai sepolto, tentando nel contempo di riavvicinarsi al marito Thomas, che l’ha raggiunta in Albania. Sarà proprio lui, fotografo di fama, a riannodare i fili della sua storia famigliare, ricostruendo in un documentario le vicende dei tremila ebrei salvati dal re albanese Zog. La Ibrahimi racconta una delle pagine più truci della nostra storia recente senza cedere a moralismi o patetismi.

"Anilda Ibrahimi sa raccontare i legami di sangue spezzati dalla Storia dimostrandoci che, in fondo, tra fuga e ritorno non c’è alcuna differenza". Diego De Silva

Anilda Ibrahimi è nata a Valona nel 1972. Dopo aver studiato letteratura a Tirana, nel 1994 ha lasciato l’Albania, trasferendosi prima in Svizzera e poi, dal 1997, in Italia. Il suo primo romanzo Rosso come una sposa (2008) ha vinto i premi Edoardo Kihlgren - Città di Milano, Corrado Alvaro, Città di Penne, Giuseppe Antonio Arena. Ha inoltre pubblicato L’amore e gli stracci del tempo e Non c’è dolcezza.

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