E' nel "Volto verde" che Meyrink raggiunge il vertice della sua arte di 'romaziere chimerico' e del suo stile 'mirabilmente visivo' - e il vertice del suo istrionismo, se con questa parola si intende una strepitosa capacità di insufflare vita narrativa nelle più ardue immagini esoteriche: in questo caso la leggenda del volto verde, ossia del volto evanescente di colui che detiene 'le chiavi dei segreti della magia' e, immortale, è rimasto sulla terra per radunare gli eletti.